“… Ed ecco che una gran burrasca si levò nel mare, così che la barca era coperta dalle onde. Egli intanto dormiva. Ed essendosi accostati a Lui, lo svegliarono dicendo: “Signore, salvaci, siamo perduti”. Ed Egli disse loro: “perché temete, uomini di poca fede?”. Allora, alzatosi, intimò ai venti e al mare, e si fece gran bonaccia… (Matteo 8:23)
Come in tutto il Nuovo Testamento anche in questa parabola c’è l’annuncio di una rivoluzione, uno shock del pensiero che getta all’aria i nostri schemi mentali e sovverte la visione ordinaria del mondo per uscire dal mare buio della massa e fare il salto nell’abisso dell’individuo. Non è la tempesta che ci minaccia e ci fa paura ma la nostra paura che crea la tempesta. Tratto da “Lezioni di Economia dal Vangelo” di Stefano D’Anna

I vangeli sono tesi a questo grande scopo: insegnare la strada all’unità dell’essere, a quella compattezza interiore che essi chiamano fede e che rende gli individui capaci di imprese impossibili.
“Se avessi fede quanto un granello di senape potrei dire a questa montagna spostati ed essa si sposterebbe… potrei dire a questo gelso “sradicati e trapiantati nel mare” ed esso mi ubbidirebbe…”

I leader del nuovo paradigma, di una nazione, come di se stessi hanno la responsabilità di comprendere che l’esistenza procede al contrario rispetto a quanto ci è stato insegnato.

Si rincorrono eventi, situazioni e circostanze cercando via via di risolvere, di gestire, di correggere … dimenticando che solo un processo inside out può precedere i problemi.
Pensiamoci bene, se non avessimo problemi cosa faremmo? chissà forse è per questo che continuiamo a crearli, apparentemente sembrano diversi, in realtà sono sempre gli stessi.

La nostra coscienza è addormentata, la nostra integrità rischia di venir meno ad ogni pié sospinto e così, il mondo diventa minaccioso.
Come in Alice nel Paese delle Meraviglie, il nostro rimpicciolimento fa del mondo esterno uno spaventoso gigante, ci riduce a nani psicologici, abbandonandoci in balìa di eventi minacciosi e incontrollabili.

Ecco dobbiamo ricordare, dobbiamo recuperare quell’Essenza perduta, di chi Siamo veramente, dobbiamo reimmettere nella nostra esistenza la dimensione verticale che non frequentiamo più a discapito nostro e di tutti!

Dobbiamo togliere il pilota automatico dalla nostra vita dando spazio ad una visione più ampia molto più ampia, con un orizzonte di lungo periodo agendo oggi, nel concreto, assumendoci ognuno la nostra parte di responsabilità. Aggiustiamo noi stessi e aggiusteremo il mondo. Non c’è nulla da aspettare, c’è da agire adesso, qui ora!

Ci sono le grandi guerre orribili senza pietà che si svolgono con i carri armati, i droni e le armi e ci sono le piccole guerriglie urbane, familiari e aziendali. Ognuno pensa sia colpa dell’altro e così tutti attendono una fantomatica pace prodotta dall’esterno che non arriverà mai!

La pace quella vera la dobbiamo produrre dall’interno, ciascuno di noi, qui e ora.
Fiat lux!